Convegno UNESCO-ITKI sul paesaggio: “The International Protection of Landscapes”
Nei giorni scorsi, 19-21 settembre 2012, si è svolto a Firenze il Convegno internazionale UNESCO dal titolo “The International Protection of Landscapes” in occasione del 40° anniversario della prima Convenzione Mondiale del Patrimonio che ha riunito oltre 30 esperti di tutti i paesi, i rappresentanti delle Agenzie delle Nazioni Unite (UNESCO, FAO, UNCCD, UNDP) organismi internazionali intergovernativi, i centri e le associazioni internazionali (ICCROM, ICOMOS, IFLA, UNU, ICQ, ITKI,) associazioni nazionali e non governative, università e amministratori locali. Il convegno, organizzato dall’UNESCO intervenuta nella persona del vice Direttore Generale Francesco Bandarin e dall’International Traditional Knowledge Institute (ITKI), ha posto l’accento su quella che Pietro Laureano (presidente dell’ITKI e consulente UNESCO) ha definito una “nuova visione del paesaggio” che sposta l’ottica “dai monumenti alle persone”. La cornice entro cui si sono svolte le giornate di studio è quella dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi quarant’anni il concetto di Patrimonio Culturale, a partire proprio dalla Convenzione UNESCO sulla Protezione del patrimonio culturale e naturale del 1972. Nel corso della esperienza e riflessione UNESCO è apparsa con sempre maggiore evidenza l’impossibilità di proteggere il Patrimonio separatamente dall’ambiente e ignorando i saperi e le pratiche che lo hanno generato. Il paesaggio è stato definito nel convegno proprio come quella stretta relazione tra umanità e ambiente che ogni civiltà e comunità stabilisce realizzando il proprio universo sociale e produttivo. Ha detto Pietro Laureano nella sua relazione “sono le culture, le conoscenze, le tradizioni, le categorie simboliche che danno forma al mondo che viviamo. Realizziamo e trasformiamo il paesaggio e contemporaneamente ne siamo modellati. Lo interpretiamo è apprezziamo quando ci riconosciamo in esso e ce ne sentiamo parte. Senza il paesaggio non abbiamo identità, perdiamo i legami con la comunità e la realtà e i mezzi per interpretarla. Si dice infatti “spaesato” di chi ha perso qualsiasi categoria di riferimento” Nel paesaggio si stratificano i racconti, le memorie, i segni e le rappresentazioni che costituiscono il fondamento dell’appartenenza a un luogo. Come riportato dal Principe Carlo di Inghilterra nell’intervento filmato inviato per l’apertura del convegno in cui si è impegnato a promuovere in tutti i modi la Banca Mondiale delle Conoscenze e la difesa del Paesaggio “non possiamo difendere il paesaggio se le conoscenze tradizionali scompaiono, solo unendo il meglio del passato e il meglio dell’oggi potremo sperare in uno sviluppo armonioso e sostenibile”. Per questo nel corso del congresso è stato presentato da Ipogea, in collaborazione con UNESCO, il prototipo di una piattaforma che ospiterà la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali (Traditional Knowledge World Bank –TKWB), un database in continua evoluzione che, utilizzando strumenti open source e incentivando i contributi di tutti, mira a censire, descrivere, tutelare e disseminare gli antichi saperi e il loro uso innovativo, quale patrimonio culturale condiviso. Il convegno nel corso delle giornate di studio ha mostrato l’uso concreto e operativo di questa ottica sul paesaggio non categoria per disquisizioni estetiche ma strumento per rispondere alle sfide della crisi globale, i rischi climatici, le catastrofi e promuovere un nuovo modello basato su benessere delle genti. Eventi paralleli al convegno sono stati gli incontri dei sindaci e degli amministratori e un gruppo di lavoro sul recente sisma in Emilia. Il convegno ha approvato la Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio documento ufficiale che mette in moto la procedura Nazioni Unite per arrivare a una nuova convenzione internazionale sul paesaggio.