OLTRE IL PATRIMONIO UNESCO: DAI BORGHI LUCANI ALL’ORIENTE
Sapevate che alcuni Borghi di Basilicata potrebbero rientrare nel Patrimonio Unesco, essendo in corso alcune “procedure” di riconoscimento? Durante il Convegno svoltosi allo Stabile di Potenza, lo si é appreso dall’intervento del Prof Pietro Laureano (Università degli Studi di Firenze, specialista nella valorizzazione dei patrimoni cultura-li) il quale, con i suoi studi e collaborando con la Dirigente regionale al ramo, sta evidenziando l’importanza della Rabatana in Tursi, Armento, Tricarico, forse Lauria, di certo a Pietrapertosa. Il giorno successivo, nel secondo convegno svoltosi in questo Comune (anch’esso organizzato dell’orientalista potentino Luigi Serra,con la partecipazione del famoso Prof Franco Cardini e di altri )si è approfondito l’argomento.
In ognuno di questi Comuni sono ancora identificabili (non in tutti con eguale chiarezza) i quartieri costruiti da popolazioni di religione musulmana, il cui nome deriverebbe da un termine arabo che forse significava “scosceso”.
Si trattava infatti di quartieri ubicati in territori sconnessi e difficili da notare se non da un unico versante, ora ricchi di richiami all’urbanistica e dall’architettura musulmana (angoli sgusciati, finestre tipiche, grotte naturali, manufatti in legno).
Con buona probabilità, nel periodo degli Emirati a Bari e Taranto, tali quartieri furono fondati da gruppi che utilizzavano – tra Jonio e Tirreno – le valli dei nostri fiumi in alternativa all’itinerario dello Stretto.
Per maggior sicurezza, perché rispondente alle esigenze di popolazioni in cerca di vie più facili e di ambienti più sicuri?
Le nuove comunità (berbere?) si stabilivano in queste località per far da punti di appoggio alle carovane commerciali verso le località tirreniche e/o per sfuggire a conflitti religiosi (siamo nel IX secolo, molto in anticipo rispetto alla pax dello Svevo Federico II). Come sottolinea to con forza dal Prof Cardini nella presentazione del Libro del Prof Giulio Cipollone dell’Università Gregoriana (Oriente Islamico e Occidente Cristiano), la criminalità degli attuali Gruppi terroristici viene intitolata sia alla Jiadche a tutto l’Islam, mentre la vera Storia insegna che la conflittualità tra l’Oriente e l’Occidente mediterranei è stata drammatizzata come prolungamento delle famose Crociate. In realtà, negli oltre tre secoli ad Esse attribuiti, soltanto 17 anni furono effettivamente guerreggiati, e per il resto coincisero con lo sviluppo d’intense relazioni commerciali e culturali.
I nostri insediamenti arabeggiantine sono testimonianze vive; essi giovarono all’evoluzione culturale degli stessi indigeni perché ne svilupparono le conoscenze e ne integrarono le tradizioni.
Sia agricole, introducendo nuovi prodotti (zafferano, arance etc), sia anche dei diritti: li dove la libertà dei contadini praticata in Oriente venne a sostituire la servitù della gleba da noi sopravvissuta oltre i secoli bui del Medioevo! Come attestato anche dalle persistenze linguistiche nei nostri dialetti, sulle quali spesso ci richiama il Prof. Serra, c’è dunque un universo di correlazioni e di contaminazioni,che, approfondendo gli studi sulla Rabatana, potranno giovare alla comprensioni tra i due Mondi.
Per la Pace cui aspirano naturalmente tutti i Popoli, e contro la quale – diffondendo il terrorismo-si è accanito l’estremismo delle minoranze fanatiche! Il valore della riscoperta e valorizzazione delle antiche testimonianze che han-no intrecciato la «lucanità» acquista dunque valore dallo spessore universale!
Perciò va rivolta grande gratitudine a chi lavora per farle acquisire nel Patrimonio dell’Unesco: dai già citati Proff. Laureano, di origini tricaricesi, e Serra, potentino doc (da mesi impegnato per organizzare a Potenza e Pietrapertosa questi Convegni di livello internazionale), alla Dottoressa Minardi, Dirigente materana, che, al di là delle incomprensioni e delle polemiche a lei indirizzate da qual-che rletto in Consiglio regionale, continua in silenzio ma in profondità, a lavorare per la valorizzazione culturale (e dunque economica e sociale) della Basilicata!