Il codice del paesaggio delle caverne svelato a Matera da 50 esperti mondiali
Il convegno è stato organizzato, dal 21-23 novembre 2013, in occasione del ventesimo anniversario dell’iscrizione della “Città dei Sassi” nella World Heritage List UNESCO e festeggia la nomination di Matera nella short list di 6 delle 21 città candidate, insieme a Siena, Perugia-Assisi, Lecce, Cagliari, Ravenna, a Capitale Europea della Cultura 2019
Nella Città dei Sassi si ripercorre la storia dell’umanità che passa dai primi graffiti delle caverne e gli attrezzi di selce alla creazione delle prime forme di alleanza familiare, fino alla connessione e la comunicazione dall’invenzione della stampa all’elettricità, ai giorni nostri con la completa interconnessione esemplificata nel qr code.
A Matera l’UNESCO vuole raccontare millenni di storia della civiltà sotto il profilo della costruzione di identità e di cooperazione sociale nel continuo processo di costruzione del paesaggio: dai primi graffiti delle caverne e gli attrezzi di selce alla creazione delle prime forme di alleanza familiare, il vicinato, e la comunità, dando voce a 50 esperti mondiali che dovranno svelare il codice del paesaggio delle caverne. Il convegno è organizzato in più sessioni che presentano il vasto panorama internazionale del mondo delle caverne, dalla preistoria agli habitat e città di pietra fino alle esperienze di restauro e realizzazioni contemporanee. La storia della umanità è un continuo cammino verso la connessione e la comunicazione dall’arte delle caverne alla stampa e l’elettricità fino alla completa interconnessione contemporanea esemplificata nel qr code. Il convegno si svolgerà a Palazzo Lanfranchi, dal 21-23 novembre 2013, in occasione del ventesimo anniversario dell’iscrizione della “Città dei Sassi” nella World Heritage List UNESCO e per festeggiare la appena avvenuta nomination di Matera nella short list di 6 delle 21 città candidate insieme a Siena, Perugia- Assisi, Lecce, Cagliari, Ravenna a Capitale Europea della Cultura 2019. Il convegno che rappresenta una nuova tappa del viaggio verso la nuova Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sul Paesaggio, è organizzato da IPOGEA e l’International Traditional Knowledge Institute – UNESCO insieme a Matera 2019, l’Università di Basilicata, la Soprintendenza e le amministrazioni locali. Matera dopo la decisione della Commissione Internazionale della UE e del Ministero dei Beni Culturali, ancora una volta, rilancia le sue sfide e provocazioni culturali con un convegno dagli argomenti ambiziosi e attuali. Finalità del raduno internazionale (la prima riunione avvenne a Firenze nel 2012) è continuare questo processo destinato a cambiare la storia della definizione del paesaggio e della sua tutela, dedicando in particolare la riflessione alle Città di Pietra come modello di conoscenze per la corretta gestione degli ecosistemi. Il convegno affrontando il tema del paesaggio come percezione mentale e realizzazione umanità-natura matrice della identità intende prefigurare un nuovo modello a basso spreco di risorse, integrato, nomade, slow, labirintico, a piccola scala. Le comunità autopoietiche, non dispendiose e capaci di rinnovare le risorse degli ecosistemi mostrano le possibilità di resilienza e sopravvivenza. Le tecniche tradizionali di Matera – la raccolta d’acqua; la protezione dei suoli; l’abitare in grotta; l’architettura naturale; la geotermia passiva; il tipo di struttura urbana – sono oggi un modello per le più avanzate ricerche di bioarchitettura, sulla città sostenibile, l’economia verde e la problematica della qualità del paesaggio, della produzione, del cibo, della vita e la rinascita e salvaguardia del territorio.
La filosofia del convegno è che un diverso paradigma conoscitivo per reagire alla sfida globale e prefigurare un nuovo modello può attingere a modalità di pensiero messe al margine dalla modernità. Tra queste il Paesaggio delle Caverne sintetizza un pensiero, troglodita, a basso spreco di risorse, labirintico, nomade, passivo, slow, che offre indicazioni e soluzioni di grande attualità riscontrabili ancora oggi nelle Città scavate nella pietra. “Il rovesciamento del paradigma conoscitivo- dice l’architetto Pietro Laureano, esperto UNESCO per le zone aride e gli ecosistemi in pericolo- è già stato avviato nella riflessione antropologica, che non vede più il Paleolitico come uno stadio arretrato di conoscenza superato da successive evoluzioni ma un livello raffinato e avanzato che aveva anticipato importanti acquisizioni ritenute in genere successive (arte, sedentarizzazione, conoscenza dell’ambiente, simbolismo, organizzazione comunitaria, gestione della flora e della fauna), e dalla coscienza ambientale che propone oggi proprio questi temi negati con il predominio delle società affluenti”. La kermesse dell’UNESCO è stata ambientata nella location della Passione di Cristo di Mel Gibson tra gli affascinanti scenari di una delle città più antiche al mondo, per celebrare il ventennale dell’’inserimento dei Sassi nella World Heritage List UNESCO avvenuto nel 1993. In quel momento la proposta non era scontata perché allora i siti italiani inseriti nella lista erano solo Venezia, Firenze, Pisa, Roma, San Gimignano più i graffiti rupestri della Val Canonica e la chiesa di S. Maria alle Grazie con l’Ultima Cena di Leonardo a Milano. L’Italia era quindi sotto rappresentata e il Sud non aveva alcuna iscrizione. Erano assenti completamente i beni non aulici di tradizione popolare e i paesaggi culturali problematiche che l’Icomos e l’Unesco andavano elaborando per fare della lista non l’insieme dei monumenti isolati, ma un elenco rappresentativo del patrimonio storico e paesaggistico delle culture umane in tutte le loro varietà e manifestazioni, anche le più apparentemente povere e meno preziose. La candidatura dei Sassi di Matera si inseriva in questa problematica innovativa e, ai tempi, provocatoria. Oggi, grazie anche al processo di emulazione scatenato dall’inserimento di Matera, i beni italiani iscritti nella lista sono i più numerosi al mondo e il recupero dei Sassi di Matera è divenuto un esempio internazionale di successo e capacità di resilienza. A 20 anni di distanza da quella iscrizione Matera si propone ancora come una delle città italiane candidate a capitale della cultura europea 2019, accettando nuove sfide e obiettivi proponendosi, ancora una volta, come esempio e appello valido per il rilancio dell’Italia intera.