Antiche Acque per un Futuro Sostenibile: Le Scoperte di Alula e la Lotta alla Siccità e la desertificazione
L’articolo della rivista “Archeologia Viva” sui lavori dello Scavo del Pozzo Madre effettuati da IPOGEA.
In Arabia Saudita, un progetto archeologico coordinato da Pietro Laureano e condotto da IPOGEA e Simone Mantellini per l’Università di Bologna ha portato alla luce scoperte rivoluzionarie nel Qanat di Ayn Tidil, situato nell’oasi storica di Alula. Questo scavo ha rivelato antichi sistemi idrici tra cui i condotti verticali in pietra di un qanat, galleria drenante sotterranea che produce l’acqua per le oasi, parte di una rete idrica più complessa. Infatti ulteriore scoperta e caso unico nello studio sui qanat è che questo insiste sull’invaso di un grande pozzo più arcaico a cielo aperto. Il ritrovamento e la connessione di questo impluvio con graffiti rupestri e strutture di pietra poste lungo le pendenze e il pianoro dell’altopiano sovrastante indicando tecniche avanzate di gestione dell’acqua da parte delle antiche civiltà della regione. Le evidenze mostrano la presenza umana fin dal periodo preistorico, con la civiltà che sviluppava metodi ingegnosi per la raccolta e la gestione dell’acqua. Queste scoperte non solo rivelano la storia di Alula, ma offrono anche soluzioni innovative per affrontare la siccità e la desertificazione attuali, ispirandosi alle tecniche antiche per una gestione sostenibile delle risorse idriche.
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