EXPO-AGUA ZARAGOZA 2008

Direzione scientifica del Padiglione della Sete e del relativo catalogo

Grande successo di pubblico della Esposizione Universale di Saragozza che ha come tema l’acqua in corso dal giugno a settembre 2008. L’esposizione è formata da architetture spettacolari tra cui il Ponte Museo dell’Acqua di Kalavatra e la Torre dell’Acqua e da dieci padiglioni tematici. Il padiglione tematico delle Sete la cui direzione scientifica è stata affidata all’architetto Pietro Laureano con 140.000 presenze nella prima settimana di apertura risulta l’unico padiglione tematico a rientrare tra le prime dieci installazioni più visitate.

Riportiamo stralci della sua presentazione del padiglione fatta da Pietro Laureano:

Il padiglione della sete ha la forma di una montagna di sale che riflette i raggi del sole facendolo somigliare ad un miraggio nel deserto. All’interno è una macchina realizzata con una antica tecnologia avanzatissima. Sono ricostruiti i sistemi di captazione d’acqua delle caverne, le tecniche di produzione idrica dei tunnel sotterranei chiamate gallerie drenanti e i pozzi aerei. Il visitatore comprende che è possibile ottenere acqua bevibile dal cielo e dal sottosuolo. Che la necessità di acqua potabile ha permesso di sviluppare tecniche straordinarie, cultura e conoscenza. Ma tutto questo è il passato? Stiamo visitando un museo archeologico delle tecniche scomparse? No. Proseguendo nel percorso il visitatore scopre di essere in viaggio dentro un elaborato congegno tecnologico–ambientale che, in volo nel cosmo, utilizza le paleotecniche per il riciclo, la produzione idrica e la sostenibilità. E’ una astronave–serra; una stazione spaziale–ecosistema; un’arca custode della sapienza idrica; una goccia d’acqua in viaggio per l’universo; un pianeta – giardino. Anche il nostro pianeta Terra è un’astronave in viaggio per il cosmo. Al visitatore all’uscita potranno essere comunicati i chilometri percorsi durante la sua presenza nel padiglione e la quantità d’acqua spostata contenuta nel suo stesso corpo. Il padiglione metafora della sete nasconde al suo interno un mistero. Un viaggio attraverso tecniche idriche, culture e conoscenza capovolgerà le idee correnti sulla sete.

L’esposizione permette al visitatore di comprendere cosa è la sete rispondendo alle domande: Chi ha sete?; Che succede a causa della sete?; Come trattiamo la sete? Che cosa è la sete? Si risponde a quest’ultima domanda fornendo una nuova visione della sete. La sete è necessaria: da problema è una risorsa: impulso al viaggio e alla conoscenza.

La sete costituisce un bisogno irrimandabile, un senso di insoddisfazione estremo, un desiderio che spinge ad agire e conoscere: è il motore delle trasformazioni culturali e ambientali. Gli organismi viventi e l’ambiente manifestano la sete come un bisogno impellente e con segni di insoddisfazione e di degrado. La pelle è per l’uomo quello che per l’ecosistema è il paesaggio. Se l’organismo ha sete la pelle si secca, si disidrata. Così il terreno senza acqua si spacca e si degrada. Ma il paesaggio della sete non è quello del deserto è quello della desertificazione. Deserto e desertificazione sono due cose diverse. Il deserto ha un equilibrio ecologico preciso affermatosi nel corso del tempo in specifiche situazioni climatiche. Il suo paesaggio è sano con un valore estetico, con le leggi, componenti, attività biologiche e culturali adattate a rispondere in modo appropriato alla sete delle piante, degli animali e degli uomini. La desertificazione è causata dalla pressione e dal cattivo intervento degli esseri umani e può prodursi in qualsiasi clima e situazione determinando condizioni di disequilibrio con suoli degradati e luoghi assolutamente privi di armonia. La desertificazione è la mancanza di soddisfazione della sete dell’ecosistema. Così gli organismi spariscono, gli esseri umani e anche le piante migrano. Senza acqua bisogna andare in un altro luogo o trovare i modi per procurarsela. La sete è un impulso, un richiamo a cui si deve rispondere. La sete è all’origine di due fenomeni fondamentali direttamente collegati: il movimento e la civiltà.

La sete ha spinto l’umanità alla scoperta, alla conoscenza e all’innovazione. Il bisogno di acqua del nostro organismo e degli ecosistemi è una risorsa perché è uno stimolo a ulteriori progressi. La crisi idrica provocata dal riscaldamento globale e l’estremizzazione climatica costituirà uno stimolo al cambiamento del modello economico, alla nascita di un nuovo paradigma basato su un patto tra l’umanità e l’ambiente, allo sviluppo di una tecnologia sostenibile. La sete è la manifestazione di principi fondamentali, ancora ignoti, dell’Universo. La necessità inestinguibile di continua fusione con il ciclo dell’acqua, quello planetario e quello cosmico. La sete è il bisogno e il desiderio, fa parte della nostra natura, dalle origini lontane ai destini futuri. La sete accompagna il perenne viaggio di scoperta dell’umanità: dalla grotta, alla stazione spaziale e oltre, verso l’infinito.

 

 

 

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