Matera: Dalla “vergogna” all’orgoglio di una nazione
Matera è una città simbolo per la cultura italiana. E’ stata resa celebre dallo scrittore Carlo Levi nel libro “Cristo si è fermato ad Eboli” e da numerosi registi tra i quali Pier Paolo Pasolini che vi ha girato “Il vangelo secondo Matteo”. Situata nella regione Basilicata ha la sua grande particolarità nell’eccezionale centro storico chiamato i Sassi.
I Sassi, che vuole dire pietra, sono una città scavata nella roccia calcarea, localmente chiamata “tufo”. Costituiscono un sistema abitativo primordiale abbarbicato lungo i pendii di un profondo vallone dalle caratteristiche naturali singolari e grandiose, la Gravina. Rappresentano la persistenza nel tempo di un passato preistorico, ma qui ancora presente nei meandri cavernosi e nei labirinti sotterranei che si estendono al di sotto delle strutture edificate. La scarsità delle risorse, la necessità di farne un uso appropriato e collettivo, l’economia della terra e dell’acqua, il controllo delle energie del calore e del sole hanno guidato l’organizzazione dei Sassi di Matera. L’azione dell’uomo non ricalca semplicemente l’ambiente, ma lo trasforma in una stratificazione di interventi basati sulla gestione armoniosa dello spazio. Il sistema urbano è rimasto pressoché intatto fino al secolo scorso. Nell’epoca moderna scompare la capacità di gestione comunitaria delle risorse ambientali e ne consegue la distruzione della rete di raccolta idrica, la saturazione e la promiscuità abitativa. Negli anni ’50 a causa di queste condizioni di degrado i Sassi di Matera vengono definiti ‘vergogna nazionale’ e tutti i 20.000 abitanti sono trasferiti in nuovi quartieri. Le case abbandonate divengono di proprietà dello Stato e vengono murate per impedire che siano nuovamente occupate. I Sassi di Matera divengono così una città morta: il più grande centro storico completamente abbandonato d’Europa. Le abitazioni non più abitate e aerate degradano rapidamente e crolli e furti coinvolgono anche le chiese scavate nelle rocce decorate da splendidi affreschi medievali.
A seguito della mobilitazione di uomini di cultura nel 1986 lo Stato italiano stanzia 100 miliardi di lire per il restauro dei Sassi da utilizzare per opere di risanamento e urbanizzazione e per dare incentivi ai privati perché tornino ad abitarvi. Il finanziamento è affidato al Comune di Matera a cui vengono date in concessione tutte le proprietà dello Stato che costituiscono la più larga parte dei Sassi. Nel 1993 i Sassi sono inseriti come primo centro del Sud d’Italia nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco e diventano meta del turismo nazionale e internazionale. Si moltiplicano così le richieste di tornare ad abitarvi e aumenta il valore delle case e delle grotte. Il Comune di Matera dota i Sassi di rete idraulica, fognaria, gas, elettricità e telecomunicazioni canalizzate sotto le strade così da non disturbare la qualità architettonica e del paesaggio. Oggi 2.000 abitanti sono tornati a vivere nei Sassi e sono in corso di restauro abitazioni per una capienza complessiva nei prossimi 3 anni di 7.000 abitanti. I Sassi di Matera divengono così la più importante esperienza di recupero urbano del Mediterraneo. I 100 miliardi della legge sono ormai spesi o impegnati. Il loro uso ha mobilitato altre risorse sia private che di stanziamenti dell’Unione Europea altri 64 miliardi. La domanda di uso dei Sassi sia per abitarvi sia da parte di istituzioni di prestigio come Università, Musei, Centri Internazionali e sempre crescente. Si creano, tuttavia, nuovi problemi legati ai servizi, ai trasporti e alle infrastrutture che se non correttamente inseriti potrebbero stravolgere l’aspetto di questa città. Il Governo Italiano ha perciò lanciato una Campagna Internazionale per i Sassi di Matera come modello di recupero urbano nel quadro delle indicazioni promosse dalla Conferenza di Rio e delle direttive dei Piani di Azione delle città Europee perché Matera continui ad avere una funzione propositiva nell’ uso appropriato delle risorse e la gestione armoniosa di un ecosistema. I Sassi sono l’esempio architettonico di un vivere civile e comunitario dove i rapporti sociali erano privilegiati, avevano gli spazi per potersi esprimere e continuamente rinsaldare. Obiettivo della Campagna Internazionale è quello di proporre in modo innovativo le tecnologie tradizionali, come il recupero delle cisterne per usare la risorse di acqua di pioggia, il ripristino dei giardini pensili per realizzare il verde urbano, il recupero delle grotte e degli ipogei per avere una climatizzazione naturale. In questo modo a Matera si potrà effettuare un itinerario in tutti gli stadi della storia dell’umanità e sperimentare modalità di restauro urbano che da un passato millenario propongono nuove soluzioni adatte alle conoscenze antiche. L’insegnamento dei Sassi di Matera è la capacità di ribaltare le condizioni svantaggiose in risorse rinnovabili così che i luoghi di maggiore rudezza e difficoltà ambientale divengono quelli di più grande armonia e organizzazione ecologica. Utilizzare le acque di pioggia, riabitare le caverne, gestire in modo armonioso le risorse locali della natura non rappresenta un ritardo rispetto alla modernità è una proposta per un futuro sostenibile.